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martedì 24 dicembre 2013

Scimmie rosse contro il Dr. Fincati: un brutto segno per il Metodo RQI?

Oltre un milione e 200 mila click su Youtube, milioni di visualizzazioni su Facebook, centinaia di migliaia di pagine viste sull'RQI Blog, decine di migliaia di fan e iscritti alle sue mailing list, centinaia di partecipanti soddisfatti ai corsi in aula (tuttisold-out prima delle date fissate), citazioni e ringraziamenti sulla TV nazionale, un libro in uscita nel 2014 e oltre 600 persone in un solo giorno a novembre a San Marino per il primo "Q Day": questi sono i numeri che in pochi mesi del 2013 è riuscito a fare il Dr. Marco Fincati col suo Metodo RQI®. Un Metodo che è un'insieme di tecniche semplici e innovative, per insegnare a tutti ad "Auto-Star-Bene" (neologismo coniato dallo stesso Fincati, ndr), che sta scuotendo da San Marino il mondo del Benessere e della Salute, e che grazie ai risultati ottenuti e alle numerosissime testimonianze sulla sua efficacia si prepara ora a sbarcare anche all'estero.

E come ogni novità strabiliante e difficile da interpretare con i vecchi schemi, le "auto-guarigioni miracolose" del Dr. Fincati sono diventate negli ultimi mesi anche oggetto di sfogo da parte di alcune "scimmie rosse"…  "Un buon segno - dichiara Fincati - perché questi pochi ma agguerriti attacchi, dimostrano che stiamo andando nella direzione giusta: quella più scomoda per il Sistema". 

Ma di che razza di "animali" si tratta? Lo spiega efficacemente un video su youtube in cui con una metafora animata al computer si mostra l'assurdità di alcuni comportamenti della società. E' possibile addestrare delle scimmie a non salire su una scala per prendere una banana (che è simbolo di "libertà" e "realizzazione"), inondandole di acqua gelata ogni volta che ci provano. Se una nuova scimmia rossa, sostituisce una di quelle nere già "addestrate" nella gabbia, e prova a mettere un piede sulla scala, saranno le altre a trattenerla e malmenarla per dissuaderla dal salirci, prima che l'acqua le inondi. Se sostituisco in questo modo tutte le scimmie con nuove scimmie rosse nella gabbia, alla fine nessuna di queste avrà mai sentito l'acqua fredda sulla propria pelle, ma sarà perfettamente normale per tutte loro insultare, trattenere e malmenare (magari con gusto perverso) una qualsiasi nuova scimmia che provi a salire sulla scala per "liberarsi e realizzarsi"… anche se magari le docce di acqua fredda sono ormai rotte da anni!

Spesso anche gli "umani" agiscono a difesa del Sistema, anche se questo ha perso ormai senso e opera unicamente per conservarsi, proteggersi ed evitare di cambiare. Lo fanno per consuetudine, paura o per ricercare visibilità o piccole attenzioni e riconoscimenti "ufficiali", magari per appagare il proprio ego. Esistono tanti opinionisti che operano chiaramente come delle "scimmie rosse" con l'unico intento di difendere il Sistema che gli dà da mangiare ogni giorno. 

E chi dimostra con la propria attività che il Sistema è sbagliato o ha perso senso, diventa ovviamente il loro bersaglio preferito. Sta succedendo anche a Fincati e al Metodo RQI®, complice la buona fede di alcune sue "trattazioni scientifiche", che non tolgono però valore all'efficacia del Metodo, testimoniata da chi lo pratica con soddisfazione. 

Di recente anche durante una puntata di una trasmissione televisiva nazionale (su La7), un giovane odontoiatra di nome Alberto, colpito da una tragedia familiare e invitato alla trasmissione per parlarne, ha ringraziato pubblicamente il Dr. Fincati e il Metodo RQI per averlo aiutato a superare i momenti più difficili.

"E' con grande emozione che leggo le tantissime testimonianze positive sul Metodo da parte di ogni genere di persona, e per ogni genere di problematica risolta. Le stiamo raccogliendo nel libro che è quasi ultimato e uscirà nel 2014. Sono il primo a riconoscere che il Metodo non può essere infallibile al 100%, ma data l'esperienza che stiamo facendo posso dare la mia parola che il Metodo può aiutare davvero chiunque a star meglio, purchè abbia l'intenzione spontanea di crescere e auto-guarirsi!".

E che dire quindi dei pochi ma agguerriti attacchi sul web, a suon di minuziose analisi delle imprecisioni di Fincati e contro la sua presunta volontà di "approfittarsi dei più creduloni con argomentazioni tutt'altro che scientifiche"? 

"Queste critiche mi hanno molto aiutato a migliorare, evidenziando con precisione ogni mio errore, e per questo ringrazio questi pochi agguerriti oppositori. Mi hanno praticamente già fatto il lavoro di revisione che avrei dovuto affidare a qualcun altro, prima di tradurre tutto il materiale in altre lingue… C'è chi l'ha fatto gratis e con grande dedizione, ascoltandosi e criticando ogni secondo dei miei video e spulciando ogni parola scritta sui miei siti…!". 

"Le persone razionali, soprattutto gli uomini, tendono a chiudersi nel loro sistema di credenze per evitare di doverlo modificare, e ad appigliarsi alle mie imprecisioni per criticarmi. Le donne invece - sottolinea Fincati - "sentono" molto di più col Cuore e con i sensi "sottili", sono molto più aperte, sorridono dei miei strafalcioni e si portano a casa con soddisfazione il vero valore degli insegnamenti del Metodo. Questo succede a tutte le persone di Cuore, anche uomini, aperti al cambiamento e alle innovazioni, che si raccolgono sempre più numerose ai miei corsi".

Non essendo un ricercatore di preparazione "accademica", Fincati ha fatto della sua spontaneità e simpatia, accompagnata spesso da inesattezze scientifiche e imprecisioni linguistiche, un vero e proprio marchio di fabbrica. "Se leggete qualcosa di mio e non c'è neanche un errore, sicuramente non l'ho scritto da solo", scherza Fincati, "infatti ho affidato la stesura del libro a giornalisti professionisti".

In un recente convegno internazionale di cui abbiamo già scritto su questo blog, cui Fincati ha partecipato tra il pubblico (trepidante come un teenager ad un concerto dei suoi gruppi preferiti, ndr) grandi scienziati internazionali tra cui il premio Nobel Luc Montagnier, il fisico Emilio del Giudice e il Prof. Giuseppe Genovesi dello Pnei, hanno snocciolato prove e argomentazioni scientifiche a sostegno di ognuno dei fondamenti del Metodo RQI

"La Medicina Informazionale è sul punto di entrare nella pratica medica ufficiale - dice Fincati con grande soddisfazione - e questo dimostra che il Metodo RQI è davvero precursore dei tempi. E' il primo insieme di tecniche al mondo a portare queste innovative teorie nella vita di tutti i giorni, con degli strumenti pratici e semplici... e non saranno poche scimmie rosse a fermarlo". 

giovedì 12 dicembre 2013

Il Premio Nobel Luc Montagnier a Bologna per dire "No alla Chimica Farmaceutica" e "Sì alla Medicina Informazionale". Presente anche il Dr. Marco Fincati

Si è svolto a Bologna il congresso internazionale “Entanglement, mente, spiritualità e processi di guarigione”, che ha visto per la prima volta in Italia tre grandi "scienziati olistici" – Luc Montagnier, Amit Goswami, Ervin Laszlo – per discutere di Medicina Informazionale, il “Nuovo Paradigma” teorizzato dalla Fisica Quantistica nel campo della salute, della cura e della guarigione.

Il congresso è stato organizzato da Airemp, l'Associazione Internazionale di Ricerca sull'Entanglement in Medicina e in Psicologia, presieduta dal professor Giuseppe Genovesi, ricercatore presso l'Università La Sapienza di Roma. «Quando si parla di Medicina Informazionale non bisognerebbe parlare di medicina alternativa – spiega il professor Genovesi - se per noi occidentali è “ufficiale” la medicina che si studia all'università, è anche vero che nel resto del mondo 3 persone su 4 si curano con la medicina energetica (9 milioni solo in Italia, ndr). Qual è quindi la vera medicina "alternativa"?», ha chiosato l'illustre professore. 

Di seguito, riportiamo il nome di alcuni degli scienziati, medici e ricercatori intervenuti e alcune delle loro più interessanti scoperte e affermazioni.

Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina 2008,  ha scoperto che alcune sequenze di Dna possono trasmettere segnali elettromagnetici in soluzioni acquose, le quali mantengono poi «memoria» delle caratteristiche del Dna stesso. «Che cosa significa questo? - spiega il Nobel - Innanzitutto che si potranno sviluppare sistemi diagnostici basati sulla proprietà "informativa" dell’acqua presente nel corpo umano. Allo stesso modo, possiamo utilizzare l'acqua “informatizzata” per ridare le giuste informazioni al corpo, e ripristinare quindi l'equilibrio energetico che è alla base di ogni processo di guarigione.»




Emilio Del Giudice, Fisico, già Primo Ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha lavorato con Montagnier sul concetto di “Coerenza” che definisce come “movimento all'unisono”, capace di generare la vita. «Quando le molecole sono coerenti tra loro, possono comunicare, scambiarsi informazioni e mantenersi in vita. Tutta la materia vivente si fonda sulla Coerenza, in particolar modo sulla Coerenza di un liquido: l'acqua. La Coerenza è ciò che da ordine alla materia. Nell'uomo, la Coerenza è sinonimo di buona salute.»




Amit Goswami, Fisico, Università dell'Oregon, Fondatore del Movimento Internazionale per l'Attivismo Quantico, ha spiegato il concetto di “coscienza” quale “essenza dell'essere”, forza creatrice di ogni “oggetto”. «Il più grande fallimento della scienza è il non aver saputo riconoscere il ruolo della coscienza nella creazione. Dobbiamo rivedere l'uomo e considerarlo in tutti i suoi “corpi”: fisico, mentale e sovramentale. Essi sono tutti interconnessi tramite la coscienza. Le molecole sono solo la manifestazione fisica del corpo, ma dipendono dalla forza vitale di quel corpo, il quale a sua volta dipende dalla mente, che a sua volta si rivolge al campo morfogenetico, la nostra dimensione illimitata, che è precursore di ogni forma.»


Ervin Laszlo, Filosofo ed epistemologo, co-direttore del World Wisdom Council, ha spiegato il concetto di campo akashico: «Un campo cosmico interconnesso che conserva e trasmette informazione, ossia la registrazione duratura di tutto ciò che accade ed è mai accaduto nell'universo intero. Recenti scoperte della fisica quantistica hanno dimostrato che tale campo non è un'astrazione teorica, ma una realtà fisica. Di più, è una realtà di cui si può fare esperienza diretta. E il nostro cervello è capace di ricevere le informazioni trasmesse dalle onde che si intersecano tra loro nel campo unificato.»


Gioacchino Pagliaro, Psicologo, Direttore UOC Psicologia Ospedliera, AUSL Bologna
Ha creato il protocollo ArmoniosaMente che si basa (anche) sulle pratiche meditative. «Poiché la mente è la matrice della materia, dietro allo sviluppo di ogni malattia c'è una causa di origine mentale.»

Al congresso era presente anche Marco Fincati, coadiuvato da alcuni medici che, dopo avere frequentato i suoi corsi, stanno già utilizzando in via sperimentale i principi del Metodo RQI come ulteriore approccio nel comprendere le cause dei problemi dei loro pazienti (e risolverli). 
Da diversi anni Marco Fincati sta seguendo da vicino le scoperte della fisica quantistica, tra cui proprio quelle di alcuni dei relatori intervenuti al congresso di Bologna. È da queste ricerche che il Metodo ha tratto gran parte della sua ispirazione. 


Sostanzialmente Fincati ha tradotto in un approccio pratico quello che molti ricercatori hanno studiato principalmente sul piano teorico. Un esempio? La “memoria” informativa dell'acqua scoperta da Luc Montagnier trova uno sviluppo pratico nell'acqua informatizzata della soluzione “Materia” del Metodo RQI; il concetto di entanglement è alla base dello sviluppo delle Biotecnologie Olistiche, che costituiscono la soluzione “Energia”; le psicologie quantistiche sono uno degli approcci della soluzione “Spirito”, dove si lavora sulla propria mente a livello sia consapevole che inconscio. 

Ad oggi, il dr. Fincati ha lavorato personalmente con almeno 2000 persone, e più di 20000 sono quelle che ormai seguono il Metodo in Rete. Come dire: la medicina del futuro è già presente. 
Impara ad applicare queste informazioni nella vita di tutti i giorni:


   

PIOMBO NEI VACCINI: LA RICERCA CENSURATA DELL'UNIVERSITA' DI PAVIA

Spesso le scoperte più inaspettate nascono dalle curiosità più ingenue. 
Questa volta la curiosità è stata quella di una studentessa dell'Università di Pavia, laureanda in medicina, che decise di svolgere un'indagine nanopatologica sui vaccini, per ricercare in essi eventuali agenti inquinanti. 

La scoperta – o meglio: la sorpresa – è stata quella del professor Stefano Montanari (1), laureato in Farmacia, specializzato in Microchimica e considerato tra i massimi esperti europei in nanopatologie, che ha dapprima confermato la ricerca della studentessa e in seguito, stupito dai risultati che stava conseguendo, ha continuato a svilupparla autonomamente, arrivando a conclusioni inaspettate.
«Tutto ciò che si inietta tramite siringa dovrebbe essere prodotto in maniera assolutamente sterile, in un ambiente privo di polvere – spiega il professor Montanari - Inoltre, ogni prodotto realizzato per tale scopo, dovrebbe essere ricontrollato in modo maniacale prima di arrivare sui banchi delle farmacie».

Eppure, non va sempre così. Anzi. Va SEMPRE in modo diverso.
Continua Montanari: «Abbiamo analizzato 24 vaccini diversi, di diverse case farmaceutiche e con diversa collocazione terapeutica o preventiva. E abbiamo riscontrato che in ciascuno di essi erano presenti microparticelle fatte di sostanze inorganiche non biodegradabili e non biocompatibili, che non dovrebbero assolutamente esserci».
Il professore afferma che si tratta di particelle minuscole, grandi da pochi millesimi di millimetro fino a un milionesimo di millimetro appena, che non provocherebbero “reazioni visibili dal punto di vista clinico” ma che, proprio perché minuscole, vengono trasportate dal sangue in ogni distretto del corpo. 
«E allora è questione di fortuna o di sfortuna – spiega ancora il dottor Montanari – perché, a seconda di dove le microparticelle si depositano, poiché non sono né biodegradabili né biocompatibili, possono provocare conseguenze da non sottovalutare. Se, ad esempio, finiscono nel cervello, possono provocare malattie quali l'autismo».
Il professore, sensibile alle conseguenze della sua scoperta, ha provato a informare i produttori di vaccini, ma la sua premura non è stata accolta – per dirla con un eufemismo - con grande entusiasmo.
«In un vaccino oggi molto utilizzato contro il papilloma virus, responsabile del cancro al collo dell'utero, ho rintracciato del piombo. Sono stato a Roma, presso la sede dell'azienda che lo produce, e ho girato anche un servizio televisivo, che però non è mai andato in onda, a seguito delle minacce ricevute dallo stesso produttore televisivo. Nei mesi successivi, sono stato interrogato per ben due volte dai carabinieri, i quali ora hanno tutta la documentazione con i dati delle mie ricerche, ma a tutt'oggi non hanno ancora fatto nulla».
Forse la scoperta del professor Montanari è scomoda per qualcuno?
La dottoressa Rima Laibow (2), direttrice medica della Natural Solutions Foundation e da sempre impegnata nella lotta contro gli OGM e nella denuncia dei danni creati dalle lobbies farmaceutiche, afferma: «I vaccini sono tremendamente pericolosi e non hanno un background scientifico. Sono nati della frode e perpetrati in essa. Agiscono contro il sistema immunitario. Il loro scopo è fare denaro e creano infertilità, diabete... solo per citare alcuni “effetti collaterali”. Per esempio, la vaccinazione della polio. Ma poi si vede che c'era la polio post vaccino. La polio si è diffusa con la vaccinazione della polio.» 
La conclusione è che l'industria farmaceutica non fa denaro se noi siamo sani (3). E allora, dove trovare le soluzioni?

Marco Fincati, ideatore del Metodo RQI ci ricorda che il corpo è una macchina perfetta, finalizzata all'auto-star-bene e che possiede dentro di sé tutte le risorse per l'auto-guarigione. Le medicine non sono sempre la soluzione migliore, anche perché ciascuna di essa presenta effetti collaterali. Unendo le scoperte recenti della Nuova Scienza con il sapere delle filosofie orientali più antiche, Fincati ha sviluppato il Metodo RQI®, che si approccia all'uomo considerandolo nei tre livelli di cui esso è costituito: materia, energia e spirito.
Un esempio? Ereditando le conoscenze della Medicina Tradizionale Cinese sui 5 Elementi e sui meridiani (la cui base scientifica è riconosciuta oggi anche dall'OMS) e rivalutando le più recenti scoperte dell'ingegnere e ricercatore Andrè Simoneton circa la forza vibrazionale dei cibi, Fincati ci ricorda che un corpo in perfetto equilibrio e' praticamente inattaccabile. 
«Il Sole è la nostra fonte di vita, poiché contiene tutte le frequenze che risuonano in armonia con il nostro corpo e gli permettono di crescere, svilupparsi, ripararsi. E il cibo è un condensatore di energia solare; in modo particolare, ogni alimento immagazzina una determinata gamma di frequenze, corrispondente a un determinato Elemento della Medicina Cinese. Con il cibo possiamo riequilibrare i nostri squilibri energetici e offrire al corpo tutte le risorse per auto-star-bene o auto-guarirsi, in caso di malattia, assicurandoci l'inattaccabilità da parte di agenti patogeni esterni quali, appunto, virus e batteri.» 
Dimenticandoci una volta per tutte dei tanto controversi vaccini.
Impara ad applicare queste informazioni nella vita di tutti i giorni:




Fonti:
(1) http://www.youtube.com/watch?v=cZyt1nm7aSU
(3) http://saluteolistica.blogspot.it/2013/07/dr-rath-foundation-e-i-150-della-bayern.html
   

I cellulari sono cancerogeni: ecco le prove e come tutelarsi

In Internet gira un'immagine piuttosto provocatoria: quella di uno smartphone che reca sul dorso il simbolo del triangolo giallo indicante il pericolo radiazioni e la scritta – sulla falsariga dei messaggi che compaiono sui pacchetti di sigarette: “Il telefonino provoca il tumore al cervello”. 


La notizia non è nuova. Sono anni che gli esperti studiano gli effetti dei campi elettromagnetici generati dai nostri apparecchi cellulari, ma ora ci sono ben 66 studi epidemiologici che non lasciano dubbi: le radiazioni elettromagnetiche sono responsabili dell'aumento dei tumori al cervello nella popolazione umana. Lo confermano, tra l'altro, 21 esperti che lavorano per l'International Agency for Research on Cancer (l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) e l'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanità.


I telefonini operano in una frequenza che varia da circa 800 a 2400 megahertz, la stessa utilizzata dai forni a microonde. La loro potenza è ovviamente molto inferiore, altrimenti ci ucciderebbero in pochi secondi, cuocendoci il cervello, ma è comunque sufficiente a scaldare la nostra materia grigia. In quella gamma di onde, le radiazioni prodotte sono radiazioni non ionizzanti o radiofrequenze, che possono causare danni al DNA delle cellule del corpo e incentivare la formazione di radicali liberi – notoriamente cancerogeni - all'interno delle stesse cellule.

Uno dei rischi più seri è lo sviluppo del glioma, un tipo di cancro dell'encefalo. Lo studio Interphone, svolto in 13 paesi, ha stimato che per aumentare considerevolmente l'insorgenza di questo tipo di tumore è sufficiente un'esposizione di più di 27 minuti al giorno alle radiazioni emesse da un cellulare in un arco di 10 anni.

La notizia buona è che bastano pochi e semplici accorgimenti per limitare i rischi. In media, un moderno smartphone emette circa 500 milliwatt di frequenza se tenuto all'orecchio. Se allontanato dal cranio di un solo centimetro, ne irradierà 400 milliwatt. E se allontanato da un palmo dalla testa (circa 20 centimetri), irradierà meno di 1 milliwatt al cervello: 500 volte meno. Gli auricolari a flio, limitando in maniera evidente il campo elettromagnetico prodotto dal telefono cellulare, sarebbero la soluzione migliore, da  preferire addirittura agli auricolari bluetooth, che sono comunque un'apparecchiatura elettronica. 

L'Università di Örebro, in uno studio coordinato dallo scienziato e ricercatore Lennart Hardell, ha inoltre evidenziato un effetto biologico importante: l'utilizzo di cellulari e di altri dispositivi wireless fa crescere il livello di transiretina, la proteina contenuta nel liquido cefalorachidiano che solitamente si innalza per difendere l'encefalo da fattori nocivi. Ciò dimostra che il cervello percepisce le radiazioni come dannose. Secondo l'università svedese, usare per più di 10 anni telefonini o apparecchi senza fili appoggiati sempre allo stesso orecchio moltiplica da tre fino a cinque volte e mezzo il rischio di ammalarsi di glioma.

I soggetti più a rischio sono i bambini e i ragazzi fino a 20 anni. Il loro cervello è ancora in fase di sviluppo ed è maggiormente suscettibile alle onde radio, sia per le dimensioni ridotte della loro testa, sia per le ossa del cranio più sottili. Inoltre, le cellule di un soggetto giovanissimo si moltiplicano più rapidamente e sono dunque più sensibili a danni nel DNA. 
A riguardo, l'associazione medica di Vienna raccomanda ai minori di 16 anni di non utilizzare il cellulare, mentre la città francese di Lione lo sconsiglia ai minori di 12 anni. 

Un altro scienziato americano, George Carlo, ha speso 27 milioni di dollari in tre anni di ricerche e ha notato che gli organi e i tessuti poco vascolarizzati, dove è più difficile la dissipazione del calore, sono quelli più sensibili agli effetti termici: gli occhi, il fegato, le ghiandole riproduttive, lo stomaco, la vescica e in generale gli organi con elevato contenuto d'acqua.
La ricerca di Carlo ha inoltre evidenziato che il cellulare può danneggiare le funzioni di rigenerazione del sangue, modificare i livelli di ormoni e abbassare la produzione di melatonina, l'ormone che regola i ritmi del sonno e che ha un ruolo fondamentale nel sistema immunitario.

Ma se i rischi sono così evidenti, perché se ne parla così raramente? Ormai la telefonia mobile è un affare da 40 miliardi di dollari l'anno e gli interessi economici sono tali che – per chi ne fa un business - la salute passa in secondo piano. Per fare un esempio, il numero di cellulari in Italia è oggi pari a circa 44 milioni, maggiore addirittura di quello delle automobili circolanti (erano 37 milioni nel 2010). 
Inoltre, a volte l'ignoranza dei governi gioca a sfavore.  
Una norma contenuta nel “decreto sviluppo” approvato dal Governo nello scorso ottobre ha innalzato del 70% i limiti degli impianti di telefonia mobile e del 30 per quelli di radio e tv. Sarà così possibile navigare in Internet con il proprio smartphone, ma questo porterà a una “necessaria invasione” di nuove antenne (pare verranno installati 15-20.000 nuovi impianti nei prossimi due anni). 
La notizia è assurda se si pensa che in Italia c'è già stata una sentenza in cui i giudici hanno dato credito allo studio del professor Hardell e riconosciuto la validità delle ricerche scientifiche che affermano il nesso tra utilizzo di cellulari e tumori. 
È vero: non si può fermare il progresso, ma se parlare al telefonino vogliamo davvero definirlo progresso, dovremmo spendere le nostre ricerche non solo per migliorare le funzioni dei nuovissimi smartphone, ma anche per comprendere come possiamo limitarne i possibili (ormai evidenti) rischi. 

Nel frattempo, quali soluzioni ci rimangono?
Potremmo elencarne alcune:
* Quando non si utilizza il cellulare, posizionarlo il più lontano possibile dalle parti del corpo maggiormente sensibili, ovvero la testa, il cuore e i genitali. Le donne potrebbero portarlo nella borsetta; gli uomini nella tasca posteriore dei pantaloni, in modo che i glutei possano fungere da “schermo”;
* Durante la chiamata, prediligere l'utilizzo di auricolari o del vivavoce;
* Evitare di muoversi durante una chiamata, poiché durante gli spostamenti geografici l'antenna del cellulare “lavora” di più;
* scegliere un telefonino che abbia un tasso di emissione/assorbimento elettromagnetico basso.

Il tasso di assorbimento elettromagnetico (SAR) indica la percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal cervello umano quando questo viene esposto all'azione di un campo elettromagnetico a radiofrequenze. C'è uno studio (1) che ha analizzato centinaia di modelli attualmente sul mercato e secondo il quale Samsung sarebbe la marca che realizza cellulari con SAR più basso. Il famoso Galaxi S III vanta un ottimo 0,52 W/Kg, mentre un iPhone 5 ha un valore quasi doppio (0,90 W/Kg).

Tutto qui?

Ci sarebbe anche un'altra soluzione. Quella di trasmutare la risposta del nostro corpo alle radiazioni elettromagnetiche, affinché il nostro corpo non le riconosca più come nocive, e perciò non attivi la modalità “lotta e fuggi”, quella che fa andare in stress e che ci causa ogni genere di malattia. Fantascienza?
No, psicologia quantistica. Lo scienziato americano Bruce Lipton ci insegna che la nostra biologia risponde agli ordini che derivano dalle nostre credenze. Sono le credenze radicate nel nostro inconscio a dettare al nostro corpo le risposte fisiologiche da attuare. Partendo proprio dai presupposti scientifici della scuola di Lipton, dai principi della fisica quantistica e delle psicologie quantistiche, il dr Marco Fincati è riuscito a elaborare un Metodo (definito "del Riequilibrio Quantico Integrato" o "Metodo RQI") per tradurre tutto ciò in un risultato possibile: cambiare le credenze della mente per cambiare le risposte del corpo. I più scettici hanno assistito dal vivo, durante i suoi corsi, a come questo sia possibile anche in soli pochi minuti (e verificabile attraverso un test muscolare). 
Usando un paragone un po' azzardato ma che rende bene l'idea: così come gli yogin indiani sanno camminare sui carboni ardenti senza scottarsi i piedi, anche voi potreste imparare a utilizzare il cellulare e la tecnologia wi-fi con minori conseguenze per la vostra salute.

Fonti:

http://www.elettrosmogtex.com/pdf/manuale.pdf